ATTO I PERUN (si avvicina a Danizza e le parla sottovoce). Ei sono stanchi; è l’ora Già tarda, andiamo. STANKO (dando la mano a Perun) A Berislavzi, Conte, Col forestiero a te verrò dimani, Onde congedo prenderò. (Perun se ne va con Danizza. Anche l’alta signoria comincia a partire. Passando davanti a Giorgio ed a Stanko ognuno s’inchina. Restano soli i due fratelli). GIORGIO Di certo Son da un Nume protetti i cuori amanti Quando sanno celar bene nel petto II loro fuoco. Del tuo amor, fratello, Per la bella Danizza a conoscenza Appena venni l’altro giorno; ed io A punzecchiarti, non per altro, il giuro, Dissi d’amarla: ma non l’amo, Stanko ; La rispetto bensì come una Santa Che la terra rapir seppe ai beati Del paradiso. Veglierò su lei, Come conviene a benamata suora, Finché tua sposa la farai. STANKO S’asconde Nella cenere, a volte, ardente brace ; — 75 —