L’IMPERATRICE DEI BALCANI A voi già tutto è manifesto. Atroce Nel mio sangue trovaste un inimico. Come cadde l’impero, a questi monti Noi riparammo sopportando i dardi Penosamente dell’avversa sorte ; Ma chi creder potea, che nuova, in fuori D’ogni avviso, piombar su noi dovesse Tanta sciagura, che d’un tratto, ahi lasso ! Tutta dell’alma mia prostra la possa? Perchè nacque da me! Perchè mio cuore Battere allor che a velenosa serpe Tu dar vita volevi ! O non cessasti Tosto che schiuse a’ rai del giorno i lumi.... Il traditore!.... L’onorato brando Che da Balscia a me venne, e con fortuna Io strinsi contro l’inimico, or vecchio, A te cedo, figliuolo. Ogni speranza In te ripongo; e tu vendica il padre, Te stesso, Giorgio, la tua patria, e lava, Senza punto indugiar, l’orrida macchia, Che il focolar della tua casa annera. I CAPITANI Sire, in buon punto, e a fida destra il cedi. Viva il principe Giorgio. IVANO Ora, miei fidi, Lo raccomando a voi. Cinque le dita — 166 —