L’IMPERATRICE DEI BALCANI STANKO (ìli è questo appunto Che mi amareggia oltre misura. GIORGIO Al padre L’ora suprema, lagrimando il dico, Ahi ! lontana non è ; finche respira, Di questa guisa favellar nessuno T’oda, fratello mio, chè il genitore Non si addolori, e lamentar non s’ abbia Della sua prole. Quel che a te si aspetta, Stanko, non paventar, da me, lo giuro, Egli spento, otterrai. STANKO (tra sè). Tutta la Serbia Non mi è bastante. GIORGIO Nella terra nostra Abbiam splendore di ricchezze, e all’ombra Del paterno castel, Stanko, non puoi Viver lieto con me? STANKO Con te, fratello, Forse ; ma quando tu condur dovessi Una sposa latina, ad ogni costo — 34 —