L’IMPERATRICE DEI BALCANI L’aria viva del monte; e quando in vetta Dell’alto Bobia mi sarò levato Attentamente leggerò le carte (gli mostra le carte e canticchiando): Re Bascia sulla sponda Del lago assiso un dì, Gettò l’anel nell’onda, Ma tosto si pentì. Sollecito la mano Stese, ed al lago orò; Il suo pregar fu vano, E più l’anel fondò. A maledir l’infido Bascia non fu digiun; E di quell’acque, è grido. Più non attinse alcun. Sempre d’allora il forte Vino bevette, insin Che lo colpì la morte____ Viva Re Bascia e il vin. GIORGIO (fra sè) Misero, è fuor di senno, (lo chiama) Ascolta, Stanko: Quelle carte ch’or ora, all’ira in preda, Hai colla lancia traforato, io debbo Ritornare al consiglio. STANK.O (gli dà le carte). A te, se ponno Pur giovare a qualcuno.