ATTO II Che la bella Danizza, o fidanzata Od amica ti sia. Non è il suo cuore, Il suo amore non è come la schiuma Dell’Oceàno, che si dona al primo Che dappresso le vien. La mia Danizza E del principe Stanko, a lui legata Da santo amore, e sua sarà, non d’altri, Fino all’estremo. STANKO Ed io son quello; il Duca Della Zeta son io, Stanko, e conosco Le sue rare virtù. MARTA Prence, perdona.... STANKO Le sei compagna? MARTA Sì, nobile duca ; Il bene e il mal con lei divisi, i tristi Ed i giocondi dì. STANKO Ma, ohimè! par morta. MARTA Vittima, ahi lassa ! d’un ardente amore, (entra Uglescia) UGLESCIA Veggo agitato oltre misura il Duca.... — 107 —