ATTO III E più che in altri brillar deve in petto Di coloro, cui scorre entro le vene Nobile sangue. Ti solleva, ed io Qual prodigo figliuol t’accolgo, (a Peruno) O conte, All’esercito tutto il manifesta, Sì che nessuno lo garrisca e insulti. Il pentimento suo lo rende a noi Montenegrino, (ad Ivo) Ed ora, di’ sincero, Quale è Stanko con me? l’antico ancora Nutre ei rancore, oppur volge migliori Nuovi pensier nella mutata mente? ivo Sempre lo stesso.... ma.... GIORGIO Spiegati. IVO Ardente Sete l’accende di dominio, e in lui Vieppiù crebbe dal dì, che il gran Sultano Lo nominò bassà. GIORGIO (piano) Qual per fratello, Quale darmi hai voluto, o re del cielo, Orrido mostro ! E decidesti ch’io Pugni con esso per l’avita fede! (ad ivo) — »75 —