AL LETTORE scosso, e già sta per chinarsi sulla propria vittima, quando il cattivo demone che gli serpeggia nelPanima ripiglia il sopravvento, e: “ Io me ne vo al sultano! „ urla il giovane forsennato, troncando cosi l’ultimo filo di vita al vecchio vojvoda. I soldati portano via il cadavere dell’estinto, e Stanko si accinge alla ribellione. In questo mentre sopraggiunge Danizza, seguita da Marta. Danizza, che ignora l’accaduto, è fuori di sè dalla gioia sapendo sano e salvo il suo fidanzato, ch’ella riteneva in potere del nemico, e quando Marta la informa della morte di Dean, essa rifiuta di prestarle fede. Entra in scena Stanko. Abbracciata la sposa, ei le confessa di aver ucciso in duello Dean, in seguito ad un alterco avuto con lui, ed ella gli perdona. Ma quando il giovane le manifesta la sua intenzione di abbandonare il paese, e le offre di condurla seco, ella, da vera montenegrina, gli risponde: “ giammai! „ In versi entusiastici ed informati al più fervido patriottismo, ella afferma il suo attaccamento alla povera, ma indipendente sua patria. Egli le fa sperare un trono, le promette di farla regina, ma Danizza risponde con alterigia: “ Io da per me son già regina, Fin che mi chiamin montenegrina! „ Da qui il titolo del dramma. Ma poiché il giovane insiste ad offrirle la corona de’ Balcani, promessagli dal sultano, la fiera ragazza gli osserva come una corona acquistata a tal prezzo sarebbe un’infamia, nè potrebbe cingere il capo di un Crnojevic. Stanko si vede costretto a battere ritirata. Nel medesimo istante viene segnalata al lontano orizzonte una truppa di cavalieri ; non v’ha dubbio: sono i soldati che il principe-padre ha mandato incontro al traditore. Stanko fa un ultimo sforzo per persuadere Danizza a seguirlo, e da ultimo, sperando di ferirla nell’orgoglio di donna, le dice che fra i Turchi non mancheranno le belle ragazze. “ E nè anche al Montenegro — ella risponde — manche-