ATTO II DANIZZA Non recarti a Stambul, te ne scongiuro. STANKO Se anche certo foss’io perder la vita, Posare il piè sopra latina terra, No, per Dio, non vorrei. DANIZZA Chi lo ti dice ? Ma a che fuggir dal caro suol natio ? La fè di Cristo rinnegar? D’un’onta Turpe macchiar l’eroica stirpe, o Stanko, Da cui discendi, il nome tuo, te stesso ? Con me resta che t’amo, e l’ira io sola Affrontando di tutti, io sola, il giuro, Difenderti saprò. Contro la morte Unitamente pugnerem; ma fuori Del terreno natio giammai, giammai. STANKO Fuggir solo dovrò. Non vuole il padre, E nessuno de’ miei, chè nelle vene A te non corre principesco sangue, Ch’io fè ti giuri d’imeneo sull’ara ; Ed io t’amo, Danizza, e la mia vita, Di te privo, è un inferno. DANIZZA Unico mio, Deh, non partire, e nella dolce speme — 14: —