ATTO II Ne distrugge il dominio, il duca Ercego Odia Iscandèr che lo ricambia, ed io Sulle ruine lor posando altero, Io sol sarò di que’ tre stati il Sire. Del nuovo regno mio Scodra farommi La capitale, abbellirò la Zeta, E là qual lene zeffiro le serbe Fate felici aleggeranno, ed ella La mia cara Danizza in trono assisa Sarà regina. Oh, come allora al vivo Raggio divin di quelle forme elette Più fulgida sarà la mia corona. Quanto mi tarda.... olà? (ad ivo che entra) Ch’io vegga il bajo Mio veloce corsier. Ristabilito, Ivo, lo credi? ivo Il tuo destrier, padrone, ed ora i servi STANKO A me ratto l’adduci, (ivo esce) Uomini e corridori eran di guerra Desiderosi: affaticati adesso Tutti posano in pace. Ornai di pugne, Per quanto io sappia, più nessun qui parla. (Stanko entra nella tenda. Vengono Ivo ed un servo che conduce il cavallo. Stanko si presenta all’ingresso della tenda). È del tutto sanato, Lo governano. - 93 —