ATTO III Mio tradimento. (a Danizza) Un po’ d’acqua, cortese Montenegrina. DANIZZA Chi la chiede ?.... E lui, O m’ingannano i sensi, eterno Iddio ! (medita) Pur dell’acqua darò, foss’anche un turco, Che nuocere non può, sendo ferito, Al mio suolo natal. (gli porge il vaso. Stanko nel prenderlo si volta. Da-nizza lo vede e riconosce). Rendimi il vaso. Vorresti anch’essa avvelenarmi l’acqua? STANKO (tenendo con forza il vaso) Un altro sorso. DANIZZA (gli strappa dalle mani il vaso) No, no, traditore Della fede e de’ Serbi. STANKO Eppur, quest’acqua Pòrta da te rende la vita, tutti Acquetando i dolori. DANIZZA A te ? Sei giunto, In questo stato ? qui sei giunto, o grande Imperador dei Bàlcani? — 195 —