ATTO I Coll’alta Rumelìa ? Del Montenero Le nude roccie colle serbe rive ? Paragonar chi il prence Ivano ardisce Col turco imperador ? Figlio di Gianni, Ben piccino tu se’, grande saresti Ove lo fossi di Stambullo al Sire. Qual diletto ti vien, dimmi, da sola Una donzella, o fidanzata? Il falco Che far dovrebbe senza il serto amante Di sottili pernici ? A che contese, A che tante fatiche e tante ambascie, Quando sceglier t’è dato a tuo talento D’esser suddito o re ? Perdon ti chiedo, (si alza) Se al tuo cospetto mi lasciai di troppo Correr la lingua; ma che vuoi? Gli è caro Ad ogni augello il proprio nido. O prence, Chi vede il sole a riscaldarsi corra, Una fiaccola accenda ei che noi vede. STANKO Quando parti, Ibraimo? (alzandosi pensieroso). AGÀ A me gradito Fu, senz’altro, il cammin che diemmi il destro Di conoscerti, o prence. Al mio ritorno Di te, son certo, chiederammi il grande Imperadore. STANKO Mi conosce? — 67 —