L’IMPERATRICE DEI BALCANI Nè del principe Giorgio, a te fratello, La corona, nè quella del più grande, Del più ammirato imperador vivente, Nè quanto sa crear la più sbrigliata, La più possente fantasia del mondo Adescarmi potrebbe ed ingannarmi. STANKO Come sei bella ! DANIZZA E tu cattivo. STANKO E vero. Deh! mi perdona se nel primo istante T’accorai con sospetti, e se ho potuto Creder che abietta falsità potesse Aver ricetto in cuor sì puro. II vento Sperda, Danizza, quel che il labbro mio Incauto proferì. Facciam la pace, E a tutti, o cara, nascondiam la trista Nostra querela.... DANIZZA Che mi fe’ dolente. STANKO Se ti prego COSI? (giunge le mani e vuole abbracciarla). — 44 —