L’IMPERATRICE DEI BALCANI Che debellato l’Albanese, un’onda Di guerra irromperla nella Montagna. Pochi noi siamo, e di’, possiam noi pochi L’agguerrite affrontar turche coorti? Dorme l’Europa, e i nostri lai non ode, 0 d’udirli non bada; ed or che in petto Incutere a ciascun seppe timore L’idra Islamita, quai nutrir speranze ? Se isolati ci tiene un rio destino A noi soli fidarci ornai conviene, E risoluti esser perciò dobbiamo. Senza morte non c’è risorgimento ! Il più audace mortai, se a lui di fronte Farsi vede un eroe dà tosto indietro ; E quand’uno a perir va risoluto Per la patria a lui cara, e per la fede, Per la gloria e corona, e ha cuor nell’uopo, In aita gli viene anche l’Eterno. Educati noi tutti a questa fede, Caldi d’amor per la paterna terra, Risorgere vedrem novellamente L’albero antico, e all’ombra sua conserti 1 Serbi tutti intreccieran la danza. E coi liberi Iddio. Chi per la patria Si affatica e combatte, a lei d’affetto Paga un debito santo, ed il favore Gode del mondo e di Colui ch’il regge. Ai soli fannulloni è ognor più dura, E nemica la sorte. — 54 -