ATTO I Causa albanese con amor procura, Ma acconcio modo a riuscirne adopra, Che non poco dorrebbe al Montenero Se gli attirassi irreparabil danno. Stanne adunque all’avviso ; alle tue brame Non far sempre ragione; al par degli occhi Custodisci le schiere, e lungi tienle E dall’acque malsane, e da malsani Attendamenti. Non volerle esporre A soverchie fatiche, a disastrosi Troppo lunghi viaggi. E ciò mi giova Farti noto, o figliuol, chè vigilati Del Montenero con amore i falchi, Del forte condottier quindi sull’orme Ovunque con desìo volano arditi. E chi dirti potria, Stanko, gli allori Che raccoglier vorran se a lor ti mostri Nelle battaglie un vero eroe? Per noi, Oltre ogni dir, dammi credenza, l’uomo E prezioso, e decaduto ornai Fora il nostro potere, il nostro regno, Ove guidati non ci avesse un tanto Salutare pensiero. Oh tu sapessi Quale tela ci ordisce il gran nemico! Del turco Sire ambasciatore e affine Del carnefice nostro, è qui venuto Ieri Ibraimo Agà. C’impone il fiero, Che sventolar nell’Albania non uno Debba nostro vessillo, e ci minaccia (Quando obbedir non si volesse al cenno) — 53 -