ATTO I DANIZZA Ma ben io pavento Che destata si sia la veneranda Tua genitrice, e volo a lei. STANKO T’arresta ; Una domanda bramo farti ancora: Se tanto, come dici, è il tuo, Danizza, Affetto pel natio caro paese, Di quai tempre è l’amore, o vita mia, Che a me tu porti ? DANIZZA Come il sole io t’amo, Come gli occhi, la vita e l’esistenza, Con impeto, trasporto, ardentemente, Come amar sanno con onor le figlie Montenegrine.... follemente (lo bacia in fronte e parte). STANKO Ed ora Che nell’ebrezza d’un beato amore Nuota l’anima mia soavemente, Passi sul capo mio, rapido passi Dell’ore il volo. E qual potrei maggiore Sperar quaggiù felicità ? (entra Uglescia). UGLESCTA Vederti, Prence, domanda il nobiluom Deano, (entra Deano). — 49 —