L’IMPERATRICE DEI BALCANI Senza fallire allor, Sire, saprai Dal tuo castello all’ultima capanna, Sceverar dai dipinti i veri aspetti, E chi figlio chiamar, chi traditore. IVANO Bene avvisi, o Peruno ! E se l’inferno Tenebroso movesse a’ danni miei, Mi sarà noto almen chi per me tiene.... Alzi pure in Turchia chi vuole il dito, A me non cale. Un unico compagno Mi basta ; e pugnerei senza riserbo, Credimi, solo, ove reai bisogno Il richiedesse, chè de’ miei nemici Saper non curo il numero. Ma tempo Questo non parmi di parole. Sorgi, Nobil guerriero, con amor provvedi Alla difesa del natio terreno, E se giustizia è in ciel, fia nostro il serto, E di vittoria l’ammirato mondo Coronate vedrà le nostre spade, (esce Peruno). IVANO Ohimè, misero! ohimè! Che fare? ahi fato! Ahi crudeli tormenti! O mio paese! Ahi degenere figlio! In che peccai, Misericorde Iddio ! perchè vedermi Segno dovessi agli infuocati strali Della sventura, così d’anni or grave? A te fido guerrier sempre, credea — i64 —