L’IMPERATRICE DEI BALCANI Ma se d’affetto, o Giorgio mio, non l’ami Per l’amore del ciel, non farla tua, Nè qui condurla. A te del nostro sangue Una vergine vuoisi ; e di leggiadre Ne fiorisce la Zeta, e figlie a Conti, E di nobil prosapia. Or io di molte Farti il nome potrei, pure di due Non vo’ tacerti nobili donzelle Che felice farian____ GIORGIO Perche t’arresti? Su via prosegui. STANKO Al capitan Giovanni, Invitto condottiero, e al Conte Milio Sono divine le fanciulle, e sono Gentildonne, d’eroi germe e di sangue Sano e robuste. GIORGIO (tra sè). A te le cedo. Or voglio Castigarti, o fratello, a ciò ti accorga Quanto pena quel cuor, se punzecchiato, Vien da talun ne’ suoi più cari affetti. (ad alta voce). Belle, amabili sono, e se l’anello Render dovessi alla gentil latina Delle nostre una sola, ah sì ! sol una Mi farebbe felice.... - 36 -