/ 6io DELL’ HISTORIA VENETA 1639 cipe Tomaio a Milano, tenne col Cardinale, Tuo Fratello prefenti il Trivultio, il Governatore, 1’ Aragona, & il Gran Cancelliere, ilretto, e fegreto congreflo, nel quale fù rifolu. to di portare l’Armi nel Piemonte . Circa il modo non s’ toìi'prìncì- incontravano picciole difficultà, perche i Principi con la dif. s ¡nvadiTt P°fitione de’ Popoli , e coll’ intelligenze fperavano d’acqui. «ipitmont,. ilare per loro fteili lo Stato 5 e gli Spagnuoli, che v’ impic-tÌTdifpart givano Toro, e la gente, pretendevano, che a loro profit-«• . to cedeflero le con qui ile , per bilanciarle con le perdite, che p'imodt °dì rilevavano, ò temevano altrove. In fine fù convenuto*, che ZTu'i/it h » c^e con ^ ReSie f°rze veniife acquiftato , fi cuftodiife nqu ¿alie medefime, e quanto fpontaneamente fi foggettaife, ce* deife a difpofitione de’ Principi ; i quali , trafportati da’loro intereffi , afientirono , che le due Corone , 1’ una coll’ hoilili* tà, 1’ altra co’ foccorfi laceraflero il Piemonte. Haverebbero gnuoli d'im- defiderato gli Spagnuoli, che l’Imperatore efpediiTe un cor-/if”ar C" P° di lue militie in Italia, ò almeno inviafle un capo, per comandare quella della natione Alemanna, che fotto le loro Infegne tenevano nel Milanefe , accioche s’autenticaiTe col nome Cefareo la caufa , & egli fi conilituilfe Giudice tra i pretefi Tutori del picciolo Duca. Ma il Conte di Trautme-ilorf, più favorito Miniilro di Ferdinando, lo teneva alieno tonimUfi dall’ingerirli negli affari di quella Provincia : anzi dolevafi divederpof. Cefare ileffo con gli Spagnuoli, che per gli intereflì del Pie-pumoZLr monte trafeuraffero i più gravi dell’imperio , e quegli dell lmìnl°uUan Aliatia particolarmente , che alla Cafa comune rilevavano tan-do’pTri Ta to. Tuttavia , per compiacerli, dichiari nullo il Teftamento riturio? del Duca Vittorio, e decretò i Principi, per Tutori al Ni-colloca in potè . Con quello titolo publicarono un manifeilo , per attra* Tomafo'u here i Popoli, & annullarono tutti gli atti della Reggente, Tuuia d>i ia quale con altre fcritture , e. con oppofiti editti folteneva il cui Sta- le fue ragioni, e 1’ autorità. Ma dalla penna ben toilo pai* “J^hmp*} indolì all’armi , anticipata dagli Spagnuoli 1’ ufeita in cani-di Mina,, pagna, una parte dell’Efercito con Martin d’Aragona^ andò fotto Cencio, per aprir non tanto i palli, che per tirar in quelle parti l’applicatione, e le forze Francefi . L'imprela in tTaaSi da Antonio Sotello adempita j perche 1’ Aragona, riconofcen-ovan^ando- do la Terra di Saliceto a Centio vicina, colpito di moicnet- fi i Principi. - [a* \