L’IMPERATRICE DEI BALCANI Chè grave danno e disonore al trono, Non che alla patria l’ignoranza arreca. Credi, figliuolo, credi a me, che lunga Nella vi tal carriera esperienza, E non indarno, ammaestrò. M’ascolta: Sempre a cuore ti sia nelle battaglie Essere il primo. Quando accolti i padri A consulta saran, parca la tua Voce risuoni ; ma parlar se devi, Abbia pel labbro tuo sempre la cara Patria vantaggio. I tuoi soggetti affrena Ma con dolcezza e abilità ; correggi Ed accarezza, e sì con essi agendo Felicemente toccherai la meta. Ed or vanne, figliuolo, al Castriotta De’ prodi esempio ; a lui ti stringi, e guarda Ch’onorato il tuo nome ognor risuoni. (Ivan-beg parte). STANKO Che mi prepari ?.... Non è scherzo.... or io La mia fronte fiorir posso di gloria. O voi che sempre d’ardimenti fieri Torreggiando movete alle battaglie Ebbri di sangue uman Turchi infedeli, Non vi balena mai, dite, al pensiero Che degli eroi vivono al mondo ? Ardenti Sono i vostri destrieri, e chi li regge, Affilate le spade, e dritto al segno Volan le lance, il so, ma vi sovvenga Che anche appresso di noi viva rimane - 5» -