L’IMPERATRICE DEI BALCANI Penetrando i Vranìci, e di Lusnizza Quindi passando per l’alpestre stretta, Le vette occuperà di Selenicca, Una parte dell’oste in guisa tale Estendere si dee, che dall’Ubàla Alla fredda Plavnizza, e dal fecondo Campo d’Alessio alla Sitnizza chiuso Resti il paese tutto quanto, e allora, Via rasentando la pianura e il monte. Su Zabliaco piombar senza ritegno. GIORGIO E dove pensa l’infedel fratello La Mòracia passar ? ivo Se ben ricordo Tra la Serbia e Daj-baba. GIORGIO Ebbene, o Stanko, C’incontreremo, e che far pensi allora, O traditor, ti chiederò. Lo stolto Debolezza credè la mia bontade, E gli permise d’innalzar bandiera Su tutti noi stimandone non altro Che pavidi cerbiatti. Or ben, fratello, Ho fiducia, che là sui sanguinosi Campi al cozzar degl’impugnati brandi Ricrederti dovrai, con ben tuo grave — 178 —