ATTO II Per i Santi del ciel, del popol tuo Per i lunghi tormenti, io ti scongiuro, Di consiglio mutar; di questi sensi, Che tuoi non sono, alfin ti spoglia, e torna Della Nera Montagna il grande eroe. Abbandona il Sultan, deh, l’abbandona.... Quanto sangue altrimenti.... al focolare Della tua casa incancellabil macchia (Deh, non volerlo!) resterà. L’orrendo Peso dell’alma mi solleva, e pio All’umile mia prece or dona ascolto. In me brilla la speme, e d’un presagio Lieto mi batte il cuor. (Stanko combatte con sè) Con sè medesmo Pugna il nobile duca! Oh, di qual gioia Folgorar deve la Montagna al grande, Felicissimo annunzio. Ancora ho un breve Resto di vita.... (preme la ferita) deh, lo allieta.... o duca.... Cessa sangue fluir.... che il redentore Verbo ei pronunzi.... ohimè, caligin nera M’avvolge le pupille.... ah, dimmi, al Sire Di Stambullo n’andrai? Se a casa tua Con Ivano rimani, io ti perdono Di cuore, o duca, il sangue mio. Da strane, No, non lasciarti avviluppar pazzie. Io muojo.... parla. STANKO (medita a lungo: tutti attendono la risposta) Al gran Sultano io volo, (tutti restano come fulminati). - 125 -