ATTO I STANKO Oh padre mio ! Oggi è in alto l’Osmano, e noi meschini Abitator dei Bàlcani divide, Più che la stirpe e la credenza, interne Miserabili gare. IVANO Ed è per questo Che siamo fiacchi. Quando a noi di guida Fosse, figliuol, la dea Concordia, Iddio Nosco fora di certo, e inutilmente A intimorirci altri verrìa. Che siete O Balcaniche genti ? E voi del paro O eroi che siete ? E che, per dio ! vi prostra Per dar adito a ognun di calpestarvi Agevolmente? Orsù, bando a’ timori, A’ miserrimi orgogli, e noi legati In santo nodo, sulle nostre spade Accogliere sapremo il mondo intero. STANKO E chi, chi ruppe, scellerato, il caro Nodo d’amor, che ci tenea concordi, Giogo infame gettando al nostro collo ? IVANO Fu l’oblìo del passato, e dei Signori L’empio egoismo. Zvonimir, Dussano Il nostro imperadore e Simeone — 55 -