L’IMPERATRICE DEI BALCANI Contendendo fra lor per la corona Inimicar (li giudichi l’Eterno !) Acerbamente i miseri fratelli, E in mal punto gittàr della discordia Sui vasti campi dell’impero il seme. Se quel di Serbia al Bulgaro fratello Avesse detto: è mia la Serbia, e tua Rimanga pur la bulgara contrada ; Tienti in pace, o Croato, a me fratello, Quel che ti viene rispettando il mio, Ed uniti affrontiamo il maledetto Implacabil nemico; ed ambedue Detto avessero al Serbo: a te congiunti, Ogni fatica tua volonterosi Divideremo ; e tutti tre concordi, Riconosciuta al confratel di Grecia La vetusta saggezza, amicamente, Come si addice a convicini onesti, Fosser vissuti, in ben diverso metro Gli augelli canterìan dall’alto Olimpo Alle correnti della Drava, e il mondo, Spettacolo crudel ! non li vedrebbe Facile preda d’avvoltoi rapaci, Nè il barbaro straniero in ferrei ceppi Or li terrìa miseramente chiusi. STANKO I Magiari e i Tedeschi ajuteranno, Certo ne son, queste contrade ; al Turco Già si oppongon con Ianco e gli stan contra. _ S6 —