ATTO II E non arrossi dell’indegno manto, Onde brami coprirti ? Il nobil duca Cercar salvezza nella fuga? E dove ? Se così pensi pria m’uccidi, ch’io Già viver non potrei da te lontano. Fuor della Zeta? Non lo far ; se m’ami, E vuoi che in mezzo il mio giudizio io rechi, Ratto corri a Zabliaco, e a’ pie’ del padre Umilemente il suo perdono implora. Da giustizia animato ei duramente Castigarti vorrà ; ma gli sei figlio ; Egli t’ama, lo sai; perderti adunque, Stanne ben certo, non vorrà per sempre. Cosa facil quetar poscia gli fia Tutto il paese, e tu, mia vita, ancora Lieto mai sempre del regai perdono, L’eroe sarai della Montagna Nera. Corri, adunque, a Zabliaco. E che ti cale Se inesorato il padre tuo dannarti Al carcere volesse, od alla corda? Questo fora per te, pel nome tuo, E, vuoi tei dica? anche per me più bello. STANKO Non ardisco mostrarmi al genitore, Che d’altra colpa m’accusar potrìa. Tu ben vedi, Danizza, a poco a poco Come la Serbia va sfasciando, e come Il Sire di Stambullo a possederla — >39 —