i64S dìjfsntita da' Collegati . cheintorni alla Pace fi dichiarano to' Mi-niftri dille Corone. proponii-io/i’ncltrt unioni del Pontefice col Cattolico . ma s’interrompono dalle proti-fi e della %e-public a alla Corte di Spagna. ntgandofi alio ftejfo Pontefici dal Viceré la foldatt-fca richiedagli . ritornato in quefio mtntreil Ri Filippo di Sarago^a. con /’ animo affai cambiato verfo il Conte Duca . I* cui fotn-turi dalla Pjina yida Cefan fttjfo fifvtlano a! K>- 73 8 DELL' HISTORIA VENETA ze, concepite per le paliate negotiationi, comprendevano ‘ molti equivochi, e futterfugii contenerfi ne’ progetti prefen-ti ; e fopra tutto infofpettiti, che così frequentemente il cam-biaifero mediatori, e propofte, riprovarono la fofpenilone del-T Armi, dichiarando però a gli Ambafciatori d'amendue le Corone, la volontà loro eifer’inclinatiffima alla pace, quando confeguire fi poteife con tali conditioni, che la rendef. fero durabile, decorofa, e iìcura. Eifendo in quefto tempo giunti a Venetia il Conte della Rocca, Ambafciator Eftraor-dinario di Spagna, e Giovanni d’Eraifo a Firenze, non infi-ftendo pili > che fopra le cofe medeiìme già rigittate, non ri-portarono differenti rifpofte. I Cardinali Spagnuoli però in Roma udivano nuove propofte d’unione del Pontefice col Rè Filippo, che il Cardinale Barberino non celiava di fuggeri-re, pef dar gelofia a’ Collegati ; ma la Republica a nome di tutta la Lega così vivamente a Madrid fe ne dolfe , con protetta , eh’ ella all’ incontro Inverebbe adherito a gl5 inviti, che già tanto tempo le facevano i Franceil, di ftringerfi con quella Corona, che il Rè immediate ordinò, ch’ogni pratica fi recideffe. Anzi al Vice Rè di Napoli, havendo richiedo il Pontefice i novecento Cavalli per l’inveftitura di quel Regno, dovuti in cafo d’invaiìone dello Stato Eccleilaftico, gli furono denegati, per non effere quefta caufs. della Santa Sede , ma della fua cafa, e de’ fuoi congiunti. Veramente per 1’ oc-cupationi, nelle quali fi trovavano involte, e molto più per lo ftato delle cofe domeftiche, le Corone non havevano modo d’ingerirli, che con mediatione, e con offitii ; perche in Spagna con la deprefìione del Miniftro, & in Francia con la morte del Rè fi cambiava il governo. Il llè Filippo, da Saragozza ritornato in Madrid , haveva verfo il Conte Duca nel fuo cuore alquanto raffreddato l’affetto: ò folle , che perle continue difgratie gli veniife a noja l’infelice direttor degli affari, ò pure, che iì foife avveduto , eifergli fiate fin’ hora dal favorito rapprefentate le cofe con profpettiva, diveria dal vero . Horamai molti dalla neceilità fi conofcevano obligati, lafciata da parte l’adulationc, & il timore, a parlar chiaro; ma neflfuno ardiva d’eifer’ il primo, fin’ a tanto che la Reina, foftenuta dall’ Imperatore, con lettere di propria mano n I