A I TO III E fia breve il mio dir. Paolo il Bianco Cinquecento a cavallo, e ancor due tanti Conduce a piedi combattenti. È guida A cinque mila, da Catun venuti, Il capitan Giovanni. Aquile ei sono, E simili, cred’io, nell’universo Mondo, a trovarne cercheresti indarno. Mille trascelti cavalier di Zeta, E alle spalle lasciando i bellicosi Di Zernizza, con questi io là tra Cusse E la Sitnizza campeggiar desìo. Tutti i prodi d’Alessio ed i Zeciani Insino a Bai scia al tuo valor confido, Nobil conte Peruno. Alla difesa Di Zabliaco porrò quelli di Rieca, Veri fulmini in guerra. All or che i Turchi Su per l’erta vedremo arrampicarsi Di Farmaco, o compagni, immantinenti Noi daremo la mossa. E ferma cosa. PERUNO Un vegliardo, o signor, che ottanta vide E dieci primavere, ed è natio Di Vucovaccio, legger sa nei brandi. Permettere mi vuoi che il chieda quale Sarà il successo di nostre armi in campo ? GIORGIO Benché, o conte, saper punto non lice All’Ortodosso di malìe, sicuro - t»3 -