LIBRO SESTO. jit tìone Trancefe non con fifiere in opprimere ne’ Genove fi l ima" 1625 gine della Libertà, che lor refi a ,. ma in (labilirla alla Ita-Ha, con abbattere la potenza rivale, e confeguir ragione fo-■pra uno Stato pretefo,- e più d una volta occupato , appunto con le for^e unite della T^epublìca, da fnoi genero fi Antenati. Cbe altro arrecare /' imprefa del Genove fato y cbe , aggiunti dì bìafimì, / danni ; mentre, afficurati nel Milanefe gli Spa-gnuolì, lafcierebbefi loro il modo di fpingere nella Valtellina le for^e, dì premere fopra il Collo anco de Genovefi maggiormente il giogo all Italia, e de loro danari f delle Militie e dell Armate d proprii vantaggi valer fi > Niente giovò y per rimuovere i Francefi,. & i Savoiardi da’loro concerti,, ancorché dilfimulandoli, tentailero d’impegnare i Venetiani foli a ^ ^ romper con Spagna ; perche, prometta una diveriìone nel Mi- LnslZjl la ne féiteravano , che, ivi occupate le forze, non reftaifero ¿c tanto valide ,, e fciohe, per accorrere all’ ajuto de’GenoVefi. «irimpreca. Dunque, fingendo Carlo, & r Miniftri Francefi in Turino d’ adherire a’ fenfi della Republica, la ricercarono d’invader’ il Milanefe , con certa prometta, che a gli avviii della rottura ,, invìtando il Duca lo fletto, & il Dighieres con le forze della Corona gli perpri-prertercbbe' fomento, e aiììltenze . Ma , penetrata la finezza dell’ artificio , deludendo il Senato con pari avvedimento i ma ejjlfot--pontieri, offerì d’ entrare nel Milanefe f fubito che da’Colle- trc2g™foi-gati fapeife eiferiì dentro quei Confini portatele Armi.- Men-tre di opinioni, e d’ingegno' tra’ Collegati fi contendeva , apprettandoti la ttagione di* muovere l’Arini, il trattato di Su-fa conveniva venir’alla luce ,, & in fine al Priuli in Turino il Buglioni lo participò con grandi fperanze ,• che, pretto con la forza, e' coll’ intelligenze foggettati i Genovetì,. Tetterebbe tempo opportuno d’aifalire il Milanefe con maggiori vantag-- ddoenov gi .. Ricusò di nuovo il Senato d’ approvare il difegno 5 e per wgenfi non prenderfene parte y nè pure coll’apparenza, ò col nome, ordinò al Priuli medefimo di non entrare nel Genovefato “difufT, ° col Duca, ma di fermarti a’Confini . In mezzo di sì ardui ^ negotii foccombè al pefo de gli anni , e delle cure France- JfZZfrl fco Contarmi, Doge,, che' con molte, & intigni virtù have- c^fin'y va fo [tenuto il. Principato ,• ancorché per breviffimo tempo j e gli fuccedette Giovanni Cornaro, Procuratore di San Mar- 2cS^<^ V 4 co,