172 NOTE telegramma al presidente del Consìglio on. Giolitti e al ministro degli affari esteri conte Sforza: Reduci visita principali località Dalmazia occupata troviamo qui vaghe notizie possibili definizioni questione adriatica che impressionano profondamente popolazione. Auguriamo che ogni atto che possa pregiudicare soluzione gravissimo problema sia confortato dalla valutazione sicura di tutti gli elementi del problema stesso. Siamo certi comunque che nessuna compromissione avverrà prima che in conformità dichiarazioni V. E. sia consultata commissione parlamentare affari esteri cui ci ripromettiamo portare non inutile contributo osservazioni accertamenti diretti. Spediamo V. E. memoriale contenente dati di fatto che preghiamo prendere in attenta considerazione. Contemporaneamente avevamo inviato agli on. Giolitti, Sforza e Meda (ministro, quest’ultimo, delle finanze) il memoriale di cui riproduco il testo. Per poter meglio assolvere il nostro ufficio in seno alla Commissione degli affari esteri, alla quale, secondo le formali dichiarazioni del Presidente del Consiglio, sarà deferito il preventivo apprezzamento di ogni possibile soluzione della questione adriatica, abbiamo creduto indispensabile venire personalmente in Dalmazia e prendere sui luoghi diretta conoscenza dello stato di fatto e dello spirito delle popolazioni e del corpo di occupazione. Essendo stati posti dalla cortesia del Governo locale in grado di esplicare tale compito nelle migliori condizioni di efficacia e di libertà, riteniamo nostro dovere di riassumere brevemente e comunicare quella parte delle informazioni e delle impressioni raccolte, che potrebbe avere immediato riferimento a qualsiasi eventuale modificazione della presente situazione. Abbiamo trovato in tutte le località visitate la più grande tranquillità e l’ordine più perfetto. Anche nei punti presidiati da reparti minimi o semplicemente vigilati dai Carabinieri Reali, abbiamo constatato tale soddisfacente condizione di cose, su cui non hanno influito, manifestamente, nè la persistente paralisi dei traffici nè il moltiplicarsi delle insidiose manovre degli agenti jugoslavi, e neppure la sensazione angosciosa della incertezza e della precarietà dell’azione dell’Italia, in conseguenza delle continue pubblicazioni contraddittorie dei giornali della Penisola. Nulla è meno retorico del riconoscimento di un profondo e vivo sentimento di italianità nella popolazione dalmatica. Noi ne abbiamo avuto la prova commoventissima nelle accoglienze che ci sono state fatte anche nelle località più remote ed ignorate dell’interno e delle