20 RICOGNIZIONE DELL’ALTRA SPONDA derivati dalla disfatta: danno che tuttora si perpetua, senza che nulla si faccia per impedire ch’esso si aggravi e si estenda ancor più. I peggiori italofobi di Dalmazia, oggi, si chiamano Bianchini, Borelli, Donadini; deputato slavo di Spalato è un Tommaseo, discendente di Niccolò. Negli altri paesi della Monarchia, la nazionalità può ridursi a un fatto linguistico: in Bosnia e nelPUngheria meridionale, ove l’idioma è comune, essa si identifica con la confessione religiosa, così che i cattolici vi son detti croati e gli ortodossi serbi. Ma per la Dalmazia la nazionalità è, semplicemente, un’opinione politica: tanto è vero che, a Zara, a Spalato, a Cittavecchia, la maggior parte dei « Croati » parla abitualmente italiano; e io ho conosciuto qualche famiglia, in cui il padre, per esempio, si dichiara italiano, uno dei figlioli croato e l’altro serbo, sicché i loro frequenti litigi, intorno al desco, assumono il carattere di veri e propri conflitti internazionali. Le vicende elettorali dei vari partiti possono dunque determinare una sensibile fluttuazione numerica delle singole nazionalità onde quelli prendono il nome. Non solo: supponiamo che domani per un avvenimento imprevedibile — l’ipotesi non ci costa nulla, anzi ci fa molto piacere.... — il prestigio del nostro paese nell’Adriatico dovesse, dopo quarantaquattro anni di decadenza, risollevarsi: il numero degli Italiani di Dalmazia istantaneamente ridiverrebbe quello ch’era prima di Lissa. Ma intanto.... Intanto non sono rimasti, nelle nostre file, se non gli uomini capaci e degni di sacrificare interessi, tranquillità, agi, ambizioni a una pura idealità. Nell’epica battaglia che i nostri connazionali d’oltre confine, a malgrado delle loro orze troppo disuguali, gloriosamente sostengono contro