58 RICOGNIZIONE DELL’ALTRA SPONDA per salda compattezza, questi di Spalato superano forse quelli di Zara. E si intende bene il perchè: a Zara gli Italiani hanno la misurata prudenza di chi, godendo ancora una supremazia, teme ragionevolmente di perderla: a Spalato, invece, non conoscono più, pur troppo, dal 1882 la preoccupazione di salvare ad ogni costo il Comune. Ma quale memoria ha lasciato di sè quegli che fu veramente il primo cittadino di Spalato, il primo italiano di Dalmazia ! E com’è sempre affettuosamente venerato il nome dell’antico Podestà! Anche dagli Slavi, almeno a parole: poiché essi pure devono riconoscere che, se non altro, tutti i progressi edilizi, economici e civili di Spalato furono opera di lui. Così, per ottenere i voti degli Italiani nell’occasione di non so quali elezioni, il partito dominante nel Municipio e nella Dieta promise che avrebbe finalmente adempito il vecchio impegno di erigere un monumento ad Antonio Bajamonti. Ma gli Slavi, avverte il principe Hohenlohe, che se ne intende, sono gli « zelanti cooperatori del governo » ; anche, evidentemente, nel mancare alle promesse, a quelle, sopra tutto, fatte agli Italiani. E nemmeno per adesso il Bajamonti avrà il monumento che ha avuto l’illustre poeta Botic, e che avrà forse, poiché fu — a quanto pare — buonissimo austriaco, Franz von Suppè, l’autore di « Boccaccio », nato Chechi Suppè a Spalato, di famiglia veneziana. Il dispetto, l’odio, l’esasperata bramosia di distruggere la civiltà attraverso la quale uscirono ieri alla luce del mondo : ecco perchè questi Slavi di Dalmazia, come quelli delFIstria, sono politicamente prepotenti e storicamente impotenti. Appropriarsi l’altrui o distruggere: essi non sanno far altro. Nè a Spalato, dopo quanto le diede il Bajamonti, hanno saputo dare più nulla. Ognuna delle loro iniziative è sempre