22 RICOGNIZIONE DELL’ALTRA SPONDA della Banca Croata e vice-presidente del fanatico « Sokol » : egli cittadino e soldato italiano !.... Un C * * *, bergamasco, che ha ottenuto un posto d’insegnante di musica nella scuola magistrale croata, fa l’agitatore italofobo; e il figlio è ancor più violentemente settario del suo degno papà. E a Traù mi è stato indicato, senza che io abbia avuto, peraltro, il piacere di conoscerne il nome, un negoziante pugliese che coraggiosamente si compiace di portare la bandiera tricolore croata nelle dimostrazioni antitaliane. Uomini pratici, insomma, i quali, invece d’ostinarsi a sfidare la feroce avversione d’una moltitudine abituata ad ogni eccesso, hanno trovato un modo semplicissimo di fare tranquillamente un’ottima carriera: rinunciando a quella incomoda e superflua cosa che è la propria dignità. Ma vi sono pure gli infatuati. Un conte B * * *, di Zara, discendente di famiglia bergamasca, alla quale l’imperatore conferì il titolo e il feudo comitale di Vrana, non sa profferire, se non con fatica, poche parole sgrammaticate di croato, ma si è dato anima e corpo, con la forza delle sue ricchezze e col prestigio del suo nome, alla causa slava, contro suo padre, contro Zara tutta, che egli giura di voler vedere fatta slava; ha avuto la temerità di portarsi candidato slavo al Parlamento di Vienna contro suo padre, candidato italiano; ed è il più fervente fautore dell’imposizione a Zara di scuole primarie e medie slave insidianti il carattere prettamente italiano della sua città natale. Certo in Dalmazia voler rimanere italiani è tutto ciò che di meno pratico si possa imaginare: è un atto di fede, una sete di sofferenze e di amarezze, una vocazione di poesia. E per chi far questo? Chi mai sa quanto costi? Chi mai ne è grato?.... Nel Regno quel po’ di malinconico amore,