146 LA RINUNZIA DI RAPALLO Vorrei sapere intanto se dunque il trattato implichi tacitamente la pacifica attribuzione al Regno S. H. S. di Spalato, di Ragusa, di Traù, di Cattaro, quando ancora nessuno le aveva formalmente assegnate allo Stato jugoslavo stesso. Del pari non risulta si sia chiesto in base a quale diritto il Regno S. H. S. abbia sottomesso il Montenegro e occupata l’Albania settentrionale. Per il Montenegro ci si verrà forse a dire che ormai il male era fatto, che l’eroico piccolo Stato era stato lasciato fuori della Conferenza della pace, che da quel giorno dovevamo purtroppo ritenerlo in qualche modo internazionalmente soppresso, e che tutto ciò che ora avviene non è che la conseguenza di quella omissione. Veramente è un sistema comodo cotesto di trovare un alibi alla propria mancanza d’iniziativa negli errori degli altri. Certo questi sono stati così copiosi e abbondanti, che possono scusare, così, ogni ulteriore lesione dei diritti e degli interessi d’Italia; ma abbiamo visto che a Rapallo la situazione era tale che la questione poteva essere riproposta e condotta ad una favorevole risoluzione, ed in ogni caso l’errore degli altri non era una buona ragione e neppure una scusa per perpetuarlo e renderlo definitivo. Comunque, si può sostenere che non esiste più, internazionalmente, il Montenegro, quando ancora oggi l’Italia e tutte le altre Potenze tengono una rappresentanza diplomatica presso il Governo montenegrino? D’altronde doveva essere proprio l’Italia a disinteressarsi della sorte di quelFinfelicissimo, fierissimo popolo? Non si tratta di un interesse dinastico, come ha detto stoltamente qualcuno, ma di una questione che investe, insieme, il nostro diretto interesse nazionale e un principio di superiore giustizia.