l’inutile difesa 149 POriente europeo a ricostituire una grande unità o federazione balcanica e danubiana, e il suo desiderio che l’Italia vi aderisca. Io comprendo che cotesta opinione dei socialisti possa costituire per sè sola una ragione perchè l’onorevole ministro degli esteri debba essere dello stesso parere; ma dichiaro senz’altro che ritengo molto singolare questo appoggio che coloro, i quali hanno dichiarato di voler essere contro tutti gli imperialismi, dànno così all’imperialismo jugoslavo; e in ogni caso ritengo compiutamente infondati il motivo ed il fine coi quali si pretende legittimare dal Governo italiano un tale orientamento verso la Piccola Intesa, ossia il comune interesse che Italia e Jugoslavia avrebbero ad impedire così una restaurazione absbur-ghese. Nessuno, nessuno in Italia ed in questa Camera può comunque desiderare la restaurazione degli Absburgo; ma bisogna considerare che una Confederazione danubiana a fondo slavo, per quanto realizzantesi in forma repubblicana, costituirebbe in confronto dell’Italia il rinnovarsi dello stesso pericolo che i nostri soldati a Vittorio Veneto gloriosamente spezzarono. E chiudiamo con l’interrogativo più angoscioso. Si è reso conto il Governo delle ripercussioni possibili che le dolorose rinunzie consacrate nel trattato di Rapallo potranno avere in Adriatico? Per quella minima parte di responsabilità che può riguardarmi, ho la coscienza di aver fatto tempestivamente il dover mio col richiamare l’attenzione del Governo e dell’opinione pubblica sulla probabile portata di tali ripercussioni. Vorrei sapere se il Governo ha misurato a quali condizioni disperate possa esser condotta la gente italiana nativa dell’altra sponda, che oggi, dopo una breve parentesi di li-