SOVRAPPOSIZIONE SLAVA 45 in carica due anni per manipolare le nuove liste elettorali. Ciò che autorità politiche e agitatori slavi fanno, di comune accordo, in quell’occasione, ha del fantastico ; cancellare dalle liste gli elettori vivi e inscrivervi i morti è il meno, e non basterebbe. Nel giorno della votazione la città è militarmente occupata, e una nave da guerra viene a ormeggiarsi minacciosa nel porto. Le commissioni degli scrutatori pensano al resto: permettono agli Slavi di votare parecchie volte di seguito, e rimandano gli elettori nostri coi più futili pretesti. Basti un esempio per tutti. Uno scrutatore, figlio di italiano, ma slavizzato, certo Colombatovich, dichiara di non conoscere il proprio padre, elettore avversario, di cui è contestata l’identità.... Così cade, nel 1882, il comune di Spalato, e ha principio per l’italianità della sponda adria-tica orientale il periodo del più fiero martirio. Le scuole primarie e medie, che erano italiane, sono slavizzate anche là dove gli Italiani restano pur sempre, uffici almente, per lo meno una forte minoranza. Contro le precise garanzie della costituzione, è negata ad essi la libertà di coltivare gli studi nella propria lingua. Ma non basta: l’elemento italiano deve scomparire: i migliori cittadini, le migliori famiglie sono continuamente minacciati nella vita e negli averi, e costretti spesso all’esilio. I ragazzi italiani vessati nelle scuole, favoriti in tutto quelli che si dichiarano slavi. A chi non rinnega la propria nazionalità italiana, si rifiuta ogni impiego, si largisce ogni persecuzione. I funzionari che non si prestano a queste iniquità sono posposti negli avanzamenti. Sicuri dell’impunità, gli Slavi conducono la Dalmazia a una semi-anarchia, che dura tuttora. I pescatori e i navigatori nostri hanno a temere tutte le prepotenze: il grido di guerra è: prokleti Talianci! (maledetti gli Italiani!).