LIBRO SESTO, 355 diverfo, che tenevano alcuni, e nel timore , c’havevano tutti delle forze di Ferdinando, varie cofe furono progettate ; ma nilfuna conchiufa. A chi voleva reflituire i beni alle Chiefe s'oppofe il SalTone, che a privarfi non affentiva di sì grandi ricchezze. Chi desiderava frenare l’autorità di Ferdinando, fù dilfuafo dall’apprenfìone delle fue podero-iìflime armate j perche egli , penetrato il penfiero d’alcuni , e particolarmente del Bavaro , di riilringere con qualche decreto della Dieta quell’ arbitrio afi'oluto , che s’ afl'umeva ne gli affari dell’imperio, fpinte numerofe militie nella Sue-via, e nella Franconia, frenò la Lega Cattolica, e 1’Elettore medefimo in guifa, che non vi fù chi ardiife d’ efprimere , ò foilenere il iuo fenfo. Così fciolta correva la potenza di Ccfàre , riunendogli tutto con tanta profperità di fucceffi , che a’ di lui defiderii pareva la Fortuna fpofata. Ma ella in fine adultera fi fece conofcere bentofto, appunto infidiando, quando accarezza 5 perche in feno di così grande felicità dal-1 altrui gelofìe , e da’ fofpetti fi formò il tarlo , che la corruppe, con infauili, e calamitolì accidenti. Alla fopradetta Dieta de gli Elettori intervenne per la Corona di Francia il Signor di Marfcieville , il quale , vifitando molti Principi d’ Alemagna, e penetrando nell’intimo de’loro affanni , e dif-gufli y n'haveva eshortati alcuni alla tolleranza fin’a tempi migliori, altri eccitati ad opporfi a’ vaili difegni degli Auftria-ci col negotio , fe non coll’armi: & incominciato con 1’Elettore di Tre veri il maneggio di ridurlo fotro la protettione Fran-ccfe, in molti haveva fpariì fèmi di varie lperanze, e pen-fieri ; perche il Richelieu , prevedendo a qual fegno foife per giungere la potenza de gli Autlriaci, fe non le fe opponeva contrailo, procurava difponere le cofe in modo , che, ulcito da domeftici affari,, potelle a tempo applicarli anche a gli flranieri interefìi. Per hora grandemente lo divertiva il concerto, che di tanti Principi contra la Corona appariva y & egli 1 haveva feoperto con la prigionia dei Signor di Mon-tagù, mentre palfava in Lorena; onde non folo gli furono noti i maneggi, e i trattati, ma penetrò le promette , che d aihilergli coH’armi dell’Imperio havevano al Duca di Lorena fatte gli Auflriaci, col penfiero iniieme, che quel di Z 2 Sa- 1627 ancor' ella rift/cita tara . reprimen-iofiiall' Armi di Cefare. centra la cui fortut na. con/pira la Francia. affìfan(lofi H_icbtlieu nella pítenla Aufi r'taca. ma divertitone da Ile applicatio-ni de! I{e~ gno.