92 RICOGNIZIONE DELL’ALTRA SPONDA tre linee di isole formano tre canali paralleli alla costa, frequenti di anfratti e di ridossi, e perfettamente coperti a chi navighi esteriormente. Quivi la natura ha fatto di ogni scoglio un nascondiglio e una trappola. L’arcipelago si prolunga, così, aggrovigliato e insidioso, fino alle rupi di Lissa, offrendo sempre al navigante tutto ciò che la sponda opposta gli nega : il riparo dalla bora e la difesa facile contro ogni aggressione nemica. Il possesso di questo arcipelago, con poco naviglio silurante, dà il dominio del mare in confronto di qualsiasi flotta, per quanto potente. Tali considerazioni dovrebbero conferire, pur nel giudizio dei più freddi nostri uomini politici, una singolare base realistica alle aspirazioni di coloro che si rifiutano di escludere dal programma dell’irredentismo la Dalmazia. L’arcipelago dalmato e la terraferma dalmata sarebbero necessari, per la vita e la sicurezza d’Italia, quanto e più della stessa barriera alpina. Ma c’è quel benedetto principio di nazionalità. L’ottima democrazia nostrana, massonicamente francofila, che non ha mai messo in dubbio neanche un momento che l’Alsazia non sia una provincia interamente francese, ricusa a priori ogni ipotesi di acquisto della Dalmazia, in quanto opina che questa spetti di diritto alla maggioranza slava, quale si è elettoralmente manifestata. Il broglio della scheda e il broglio della statistica devono poter distruggere i valori dello spirito e della storia. Poco importa alla nostra democrazia che la supremazia e la stessa effettiva esistenza di questa maggioranza slava come forza politica operante siano dovute a una sistematica opera di tradimenti, di prepotenze e di crimini contro la civiltà. Al fatto compiuto ci si inchina e lo si accetta fin d’ora. Il principio di nazionalità coonesta mirabilmente la snazionalizzazione frodo-