6 RICOGNIZIONE DELL’ALTRA SPONDA i generali del Bonaparte eran bracchi dal fiuto sicuro, e scovarono la ricca preda, sia pure per altri che non era il loro padrone. Entrate da porta Pile. Pochi campanili svettano su le mura altissime e massicce che a destra, col mastio di Forte San Lorenzo, avanzano a picco sopra il mare. Una rampa si torce e cala angusta lungo la cortina fino all’arco d’accesso, in un pendio cupo che non rallegrano neppure i folti boschetti d’oleandri stellati di corolle rosee e bianche. Vi lasciate inghiottire da quella gola oscura, oltrepassate, svoltando, la porta, — e mirate davanti a voi il prodigio. Ampio, diritto, gaio, fastoso, luminoso, con la sua doppia fila di palagi patrizi, il cui travertino s’indora sotto il sole, vi si apre dinnanzi lo Stradone: e subito, nella prima pittoresca piazzetta, sul meraviglioso portale della chiesa dei Francescani, una « Pietà », opera cospicua di scalpello certamente veneziano, vi ricorda improvvisa i lineamenti dell’arte patria, e lì accanto, dalla facciata del Redentore, sorride la pura grazia d’un rosone fiorentinesco, e una fontana rotonda, del più nitido Rinascimento italiano, con la suggestione invincibile delle rimembranze e dei confronti, vi susurra nel chiacchiericcio dei suoi sottili zampilli i nomi delle altre città ove vedeste altri soavi miracoli somiglianti a questo — una piazzetta deserta, con due antiche chiesuole dalle fronti adorne di stupendi fregi, e una bella fontana chioccolante nell’ombra —, i nomi cari delle città lontane ove la stessa poesia parlò con accenti e aspetti non diversi al vostro cuore. E non trovaste già sul Pontevecchio o verso Fonte Branda queste vecchie botteghe d’orafi e di armieri? Dove mai, se non a Venezia o in Sicilia, vi sorprese una così armoniosa