130 LA RINUNZIA DI RAPALLO rispecchia, come una manifestazione perfettamente simultanea e parallela, anzi identica, le creazioni del Rinascimento italiano. È in ciò la rivelazione massima, innegabile per chiunque non sia affatto sordo alla vita dello spirito, la prova miracolosa della assoluta unità, in Italia e in Dalmazia, del genio nazionale. Ma veniamo ai rilievi dell’onorevole Salvemini, dei quali veramente non riesco più oggi a comprendere la necessità e l’opportunità. L’onorevole Salvemini ha avuto causa vinta, ha raggiunto finalmente l’obiettivo a cui aveva dedicato tanta ingegnosità, tanto fervore e tanto studio. Ormai potrebbe essere contento. Perchè ce l’ha ancora tanto con i nazionalisti? La verità è che ognuno di noi, per quanto faccia, è sempre il nazionalista di qualche paese. L’onorevole Salvemini è un nazionalista jugoslavo. Salvemini - Non è nuova. Infatti è cosa notoria per tutti. Egli ha notevolmente contribuito al risultato dell’assegnamento della Dalmazia ai Jugoslavi, ciò che forse costituiva per lui il fine massimo della nostra guerra.... Salvemini - Io ho contribuito alla pace. .... ed egli avrebbe fatto molto di più per la Jugoslavia, se le circostanze e il presidente Wilson lo avessero ulteriormente aiutato. Basta: egli si occupa ancora di noi nazionalisti, vinti di oggi ; e ha voluto dimostrare la incoerenza del nostro atteggiamento attuale rispetto a quello di un passato non molto lontano, tirando fuori e isolando, con quella sua accortezza sottile di critico che mi auguro egli abbia adoperata nei suoi libri con una più scrupolosa osservanza della obiettività, qualche frase di un articolo pescato nelle vecchie collezioni del nostro giornale, per poter dimo-