— 171 — riguardo, ma bensì gli elementi stessi della nostra situazione interna e parlamentare. — « Il sentimentalismo non ha ragione di essere in politica, essi dicono. Smascheratevi ! ». Parole chiare Volentieri. E se noi abbiamo sino ad oggi difeso la loro causa e quella dell’umanità, è unicamente per le seguenti ragioni : 1) Tanto le condizioni particolari di spirito della nostra popolazione, quanto la nostra situazione parlamentare non ci permettono di aspirare a lontane e pericolose imprese militari. 2) La nostra situazione economica essendo tutt’altro che florida, ci sembra che la questione turca, quale noi l’abbiamo impostata, sia la sola via adatta a creare in Oriente una situazione concreta e duratura la quale permetta a noi come a loro di fare ciascuno « i propri affari » nel senso commerciale della parola. Poiché se gli uomini di Angora possono chiederci d’essere turcofili, come lo siamo stati, essi non possono pretendere che noi diveniamo Turchi addirittura, sotto pena di cadere nell’assurdo e nel-l’inverosimile. La nostra politica che è italiana ha per forza in Levante delle necessità d’ordine economico che i Turchi non possono e non devono disconoscere. In un recente comunicato alla stampa romana Bekir Samy bey, delegato d’Angora, affermava che l’Italia gode sempre in Turchia tutte le simpatie (bontà sua). Ma aggiungeva che l’accordo italo-turco non è stato ratificato (ah!) e che l’Assem-