— 80 — festo incendiario, incitante al massacro degli Europei, alcuni giornali a forte tiratura, come il « Wa-dinnil » pregarono il governo di eseguire rigorose ricerche per scoprirne l’autore anonimo, aggiungendo che gli Egiziani sconfessano un atto così infame ! Dopo i passi e le assicurazioni personali del presidente del Consiglio Adii Pascià, lo stesso «Messaggero Egiziano » unico organo (con la sua seconda edizione del Cairo, « L’Imparziale ») dei 40.000 Italiani di Egitto, riconosceva — stampando ciò a caratteri cubitali — che « gli autori delle nefandezze di cui Alessandria è stata teatro, appartengono alla peggiore classe sociale e non hanno nulla a che fare con la massa della popolazione onesta e laboriosa ». L’indomani stesso dei massacri, lo stesso giornale aveva detto d’altronde che le uccisioni « nulla di comune hanno con la causa egiziana, e nulla di comune può esservi tra gli sciagurati che hanno rubato, ucciso e incendiato, e i nazionalisti Egiziani. In mezzo a quella feccia, nessuno ha visto, nè un galantuomo, nè un illuso ; non v’era lì in mezzo nè uno studente, nè un borghese, nè uno di quelli scheik, che procedono, mormorando delle preghiere... » Erano forse pazzi gli intellettuali Egiziani per non sconfessare quella canaglia ebbra che bruciava vivo un marinaio italiano, e che, nella frenesia del ferro e del sangue, sventrava delle donne ? Disgrazia a loro, se avessero così mal difeso la propria causa!». Qualunque sia stata l’origine di questi torbidi, inglese o puramente egiziana, la massa, la gran massa sana della popolazione li aveva dunque immediatamente sconfessati, per interesse, o per con-