— 77 — - o - come e stato detto, dall’ Inghilterra (ohe avrebbe voluto dare all’Europa - al momento della Conferenza di Londra - prove della malvagità egiziana) (1) il fatto in se stesso non cambia. Le case d’onde era partito l’allarme furono devastate e incendiate; l’aggressore greco bruciato vivo e i suoi compagni massacrati. La folla, eccitata dal ferro e dal fuoco, non rispettò più nessuno nella sua frenesia : tre italiani trovarono una morte atroce in questi giorni nefasti. Davanti al palazzo del governatorato (si era al lunedì mattina) una folla di Europei attendeva con angoscia la risposta che doveva essere data al comm. Vivaldi, console d’Italia, che si era incaricato, come decano, di andare a protestare a nome di tutti i consoli. Una turba minacciante di indigeni, sboccò, in quel mentre, da via S. Caterina. Gli Europei erano armati e gli italiani per primi. Ne seguì una violenta mischia. Solo verso le 10, quando molto sangue era già stato versato, le forse inglesi, tra le quali un distaccamento di fanteria di marina, con auto-blindate e mitragliatrici, entrarono in azione, disperdendo i manifestanti e proteggendo l’opera dei pompieri. In seguito a parecchi arresti, la folla, temendo l’arrivo di nuovi rinforzi si disperse, non senza aver opposto una certa resistenza, tornando poi di tempo in tempo, a ripetere l’attacco- (1) Quest’ultima versione ha circolato a lungo per Alessandria, ma sembra almeno strano che le case greche d’onde partì la scarica, giustificata o no, siano state completamente distrutte sotto gli stessi occhi del direttore di polizia Ingrant. Da notare: questo Ingrant, un ex agente di polizia nelle strade di Londra, arrivato a furia di appoggi a questo grado, è uno strumento cieco nelle mani di coloro di cui è la creatura.