— 152 — siamo amici degli uni e degli altri; o piuttosto diffidiamo degli Arabi, come degli Ebrei. Siamo gli amici di noi stessi. Non mi stancherò di ripeterlo : c’è sempre stata troppa dolcezza nel nostro sangue latino, troppo idealismo nel sistema nervoso degli uomini della Consulta. Malgrado tutto ciò che potremo fare per reagire, ne avremo sempre troppo (e questo capitolo ne è pieno) pena il non essere più latini ne italiani. Proviamo dunque di reagire e, tra Arabi ed Ebrei, sfruttiamo un pò (dico sfruttiamo) i contrasti. Nello stesso campo degli arabi dividiamo per regnare; nello stesso campo degli ebrei, opponiamo una contro l’altra le fazioni innumerevoli di questo popolo infelice. Questo non è cinismo: e politica; è la fredda e chiara visione delle cose. Si può rispettare l’altrui libertà e « fare i propri affari » Vedete il Foreign Office. Se vogliamo diventare una Potenza Coloniale, siamo pratici; siamo pratici; siamo pratici! Ma gl’inglesi non hanno neanche più bisogno di ripeterselo a casa loro !