turbante verde avvolto con maestà. Non v’era più dubbio: tornava dal pellegrinaggio di La Mecca. Per la prima volta dopo la guerra, era andato a rinnovare la sua serena filosofia alle fonti del-1’ Arabia Felice dove aveva trascorso i tre lunghi anni dell’ “ armistizio Quando fummo arrivati nell’angolo più fetido del vecchio Stambul, il Hogia mi additò la soglia di casa sua, con invito ad entrare, e mi domandò di nuovo so non desideravo cjnoscere il segreto infallibile per passare il Ponte che mena al Paradiso stellato “ quel ponte gettato sull’abisso e che è stretto come il filo della spada di Allah,, (1). — Le stelle (risposi) vedute dall’Europa o dall’Asia sono le stesse e, o presto o tardi, ci si arriva. Ma io che sono in Turchia per studiare le cose turche, vi pregherei piuttosto — chiarissimo professore di dirmi quale opinione si ha nel vostro paese sul trattato ili Sèvres e quale insegnamento ne volete fare in questa gloriosa Università di Stambul. Esitò un momento e mi disse: — Non so di quale “ Trattato ,, voi volete parlare. Poi mi mostrò una misteriosa pergamena e, sottovoce “ Ti raccomando — mi disse — di non farla vedere a nessuno, e tanto meno alla tua odalisca, poiché gettare un segreto nell’orecchio di una donna vuol dire gridarlo più forte che il Muezzin quando chiama i fedeli alla preghiera,,. Promisi. E appunto perciò mi sono affrettato a darvene una traduzione — per quanto rozza ed incompleta — con i commenti che me ne fece a viva voce : (1) Corano