LIBRO UNDECIMO. 647 quella dell’ Inglefe fu divertita da una generale srivolta de- 1640 gli Scozzefi, a quali haveva egli tentato di proponere certa torma di riti, e preghiere, che furono rigettate da ogni con- foli-ditione di perfone con aperto tumulto. Fu creduto, che il Richelieu , occultamente fomentatte i rumori ; ò perche vera- ««<•;*»/-mente lo tentatte, per rompere così gelofe negotiationi con Spagna; ò perche fi ili mafie, eh’ effendo egli, per dire co- thfUeu' sì, in querto fecolo V Intelligenza del Mondo , in tutti i principali negotii influiile, ò coll’ opera , ò col configlio. Certo è, che pareva, che la fortuna ad altro non applicale, che a promuovere gli avantaggi, e precorrere ben fovente i di lui fteflì difegni, & all’ incontro confondere, e turbare quegli del Conte Duca, quafi che dall’ atitipathia di quefti due, grandi Minirtri fe proveniva la difeordia d’Europa, fi cagio-naffe anco la difparità de gli accidenti. Poco dopo la refa intanfì fot» d’Arras arrivò quella di Turino, dove 1’ attedio alfai lungo rertò da varii cafi, e dall’evento nobilitato fopra qual fi fia nutrir altro. L’Arcourt non così torto s’haveva trincerato in vifta vjlJSw! di Turino, che gli convenne rifpingere molte fortite, & una in particolare , che ne’ quartieri fece impreffione gagliarda, Poi il Leganes gli fi fece vedere alle fpalle con dodici mila fanti , e cinque mila Cavalli, minacciando d’ affalto i porti, e il Ponte; ma , efplorati i fiti, & infettato il campo con alcuni cannoni, voltò a Moncalieri, per trapalare il Pò fopra un Ponte, che vi fi trovava di Legno. Ma, havendolo rotto i Francefi, egli incaricò Carlo della Gatta di rifarcirlo, ancorché potette comodamente poco più alto tentarne il guado. Lo contefero i Francefi, fin’ a tanto che ferito il Signor di Turena, che gli comandava, e rallentata la pugna , li fortificarono dal Gatta alcune Ifolette più a baffo, al coperto delle quali gittò il Ponte, Pafsò all’ hora il Governatore alla Purpurata, & inviò il Gatta a Cologno, per tagliare le itrade, & impedire da’ Monti i foccorfi , «Se i viveri all’ Arma-tas FpncefeAnche l’Arcourt, per incomodare Turino, levò 1 ufo de Molini, divertendo la Dora ; jma gli attediati la restituirono > & egli jn fine col Cannone gli fracafsò. Nella cta mpplivano tuttavia con inrtrumenti da mano ; all’ incon-tl0 nelcampo^ le militie fi riduffero prefto all’ agonia della S f 4 fa-