Sii DELL’HISTORIA VENETA '1659 dufle, per pattar5 in Europa. Al moto di lui acceleravano an-biic^Vr'àò c^c i Venctiani le provifioni, e le cure della difeia. Nel fine »frettati • dell’anno decorfo haveva il Pontefice, retribuendo applaufi ¿cfi'Oiudi. ajja vittoriaj fpontaneamente fpedita alla Republica la con-¡noccajìo- tinuatione delle Decime fopra il Clero, che ogni nove anni Ziuauu' è (olito rinovariì. Fù per la prefentatione di quello Breve vttimt. ammeflo il Nuntio Vitelli in Colleggio: & egli, valendoli rubi,fi» dell’ occafione , lnfiflè nel %elo d Urbano verfo la Caufa co-tZTéf: mune j innalzò la rifolutione di /occorrere la Rjrpublìca, fe dJ a$alita da Turchi, (j1 infame la follecitudine in pro-yjirgii ' curare tra Cbri fi ¿ani la pace. Aia emendo di quefla con la Mtnìjtro. 'Republica la mediatìone comune, render fi necefsario, che i Miniflri d ambi due conferifsero infieme. Ma in qual forma, che joffe adeguata al bìfogno, poter ciò praticar fi, Je gli affetti de Princìpi apparivano tanto tra loro disgiunti ì negliger fi de gl’ interpofitorì gli offitii, fe i me de fimi difcor dì, e divi fi non pervadevano ad altri la pace coli autorità, e coll" efempio. In Roma dover fi maturare ì progetti da portare alle Corti, ivi concertarli contra il nemico comune le difefe, e le mofse, De fi de far fi fopra ciò dal Pontefice i configli della 'Republica, non meno , che le notìtìe de progrefji Turche -fchi, per indirizzare le rifolutìoni dì ciò, eh’ operar fi dovef-fe. Meno tra tante cure doverfi omettere ì applicatone all Italia , ridotta al punto d una gran crifi per gli affari del Piemonte, dove gli affetti interni de' Vrincipi della Cafa facevano giuoco a gli ftranìerì. Che reflar horamai d intatto all' Italia, di fano alla Chrìftianìt 'a, fe il Pontefice, e h Republica almeno non conf'pirafferò con gli animi, e col configlio a prefervare / una col negotìo di pace , ì altra coll unione dell' armi ì efsere per tanto il Senato dalla congiuntura de tempi, da gli unìverfali bi fogni , dal defiderìo del Pontefice invitato ad efpedirgli Mìniftro, accioche , pofli in comune gl' inter effi, e ì penfieri, fi divifafse il rimedio de ehgtieu mali correnti. A tali motivi deliberarono i Venetiani d’in* invia. vjar* a Roma un’ Ambafciator Straordinario con incarichi per trattar efpre(lì, che (blamente verfando in ciò, che riguardava li grlt“eim'.à caufa de’Turchi, ò il maneggio della Pace di Chriilianità, tortale, s’aftenefle da qualunque negotio , che rendette a’proprii inte-