— 124 — « Avete fatto della mia casa... * Quando arrivate alla stazione di Gerusalemme è inutile mettervi in cerea del Buffet o di un lu-trascarpe se doveste capitare nei giorni di venerdì’ sabato o domenica : poiché gl’indigeni, cristiani, mussulmani o ebrei, si riposano successivamente in questi tre giorni ; e il resto della settimana si riposano tutti assieme. Dopo due ore di attesa seduti sui bagagli (o dolcezza delle città d’Oriente !) vediamo giungere una carrozza che ci porta verso la città, lontana un quarto d’ ora dalla stazione. Perche’ — Mistero. La prima cosa da farsi nella mattinata seguente e’ presentarsi all’ Ufficio Sanitario. Un giovane, più pallido e malaticcio di voi vi, chiede, senz’al-zare gli occhi dal suo registro : — Come si sente ? Non dimenticate di rispondere — Bene, grazie, e lei ? » poiché’ ciò’ ha la virtù di esasperarlo al massimo. Passeggiando per la città, non azzardate di chiedere un bicchiere d’ acqua, anche a nome del Vangelo ; poiché quando avrete bevuto e ringraziato, l’indigeno vi dira’ : — Ma che grazie! Pagate! Un quarto d’ ora di discussione e capirete che T acqua si paga a Gerusalemme (come d’ altronde a Costantinopoli) perchè vi viene trasportata da una diecina di chilometri lontano. Se dopo una giornata soffocante vorrete prendere un po’ d’aria nelle strade che hanno, qualche volta, appena un metro di larghezza, non uscite che al cader della notte perche’ dovreste rasentare le botteghe piene zeppe di oggetti e di ricordi di