serma. La fontana che è in mezzo al Parco era stata invasa dai mussulmani che attendevano nervosamente gli avvenimenti, e si pigiavano all’ingresso della Grande Caserma piantonata da alcune sentinelle turche e da qualche ufficiale armato (1). Appare ora un ufficiale turco che si volge alla folla : « Effendiler ridja ederim, Tcekilinis » (Signori, ve ne scongiuro, andatevene!) E la folla comincia a ritirarsi: Ma in quel mentre ecco le compagnie delle truppe greche. Una prima squadra di una quindicina di uomini passa davanti alla caserma senza fermarsi, seguita da un distaccamento di un centinaio di soldati che continuano a sfilare circondati e acclamati dalla folla greca, che si ai'rischia cosi, incoscientemente verso la città alta, interamente mussulmana. Non era ancora giunta la prima squadra, alFal tezza delle prigioni, quando una staffetta tornata in fretta dalla strada maestra, avvisa il capo del 2° distaccamento che i turchi hanno organizzato la resistenza. Le ultime. parole del messagero, sono coperte da una formidabile scarica di fucileria. Le poche centinaia di turchi raggruppati davanti alla Grande Caserma e che erano riusciti a penetrarvi, fanno uso delle loro armi, decisi non tanfo ad uccidere, quanto a farsi uccidere perchè sanno di non poter nulla contro queste diecine di migliaia di uomini. Euggi fuggi generale: la folla presa dal panico scappa in tutte le direzioni, lasciando i militi greci alle prese con l’invisibile avversario. Solo allora alcuni soldati greci, (1) Per tutto questo racconto, vedi «La Levaut » del 17 moggio 1919 e on. segg. L’Autore lia fondato e diretto per un anno questo giornale che è ancor oggi l’organo degl’interessi italiani a Smirne.