a cui teli j' ejferifcs in pt'fona. 396 DELL’ HISTORIA VENETA 1628 mio. Con ì Inghilterra effe/ in procinto la Va ce ; nè meglio pater fi frenar gli Ugonotti, che con avvicinare l'Armata alt Italia, che vuol dire alla Lingujdoca, dov è la lor fede pm forte, (j1 a quelle Vrovincie , fopra le quali machinano appunto mfieme con gli Spagnuoli i Savojsirdi. In fomma concorrervi tante conveniente, e vantaggi, che horamai sforma, vi la neceffità a fecondare i configli della ragione. Aííenti ’1 Rè pienamente all’ Imprefa, & a tentarla in perfona ¿ perche , horamai gurtata con buoni fucceffi la Gloria , ambiva maggiori trioni, e naturalmente teneva grand’averiìone a gli Spagnuoli, e grandiffima cupidità di reprimerli. Ma il Cardinale , non ancora credendo gli affari in tale flato, che fi poteife profittevolmente venire con loro ad aperta rottura, piegava ad ogni modo alla rifolutione di portarfi in Italia , follecitato da un’ ardentiffimo defiderio di vendicar!! di Car- lo Emanuele, e dall’intereiTe d’allontanare il Rè di Parigi, fede propria delle machine della Corte , e particolarmente dalle Reine , e dalla loro fattione , che non poteva meglio eftinguerfi, ò indebolirfi , che con diftraherne il Rè , e tra gli ftudii della guerra, haverlo dall’occhio fuo folo, e dalla mano pendente . A publicare tal molfa fù il Signor della Saiodie , quali precurfore , fpedito in Italia , per eccitare i Principi a dichiarar!! , & unirli, hora che il Rè con poten-tiffima Armata all’ Alpi s’avvicinava . Giunto in Vcnetia , ritrovò nel Senato la fempre eshibita prontezza 3 imperoche , cfaltata la generofità dei Rè , e la prudenza del fuo principale Miniftro con laudi, uguali al defiderio, con cui 1’have-va follecitato , augurò felice il paflaggio dell’ Alpi 5 fuperatc le quali affittirò di concorrere ne’ comuni difegni con la terza parte di quelle forze , che il Rè giudicale neceflarie all’ Imprefa . Impiegava il Duca di Savoja varie arti, per divertire il concerto , fuggerendo con fecretiffimi mezzi alla Francia , che la República ad altro non penfava , che ad impe-pegnarla , e lafciarla poi fola con gli Auftriaci alle mani 5 & a’Venetiani, che fi ricordallero delle cofe paflate per la Valtellina , e dell’ antico difegno de’ Francefi di portarli a rottura con Spagna, fenza curarfi di fecondarli. Ma, vano ogni tentativo cadendo, flava il Cordova grandemente perplelìoi \ per- meditando i! C ¡r¿finale con qui-' fla andata di sfogarfi con Carlo. conia lontananza del K‘- e J?,flinkere i Fat-tionarii, lacuimof-fa incontra le pronte dijpo/ìtioni della I^epublica : procurando invano Sa-voj a di (coni urtarne /’ Unioni. mentre il Cordova incerte come diregqere la debole^a delle fut Armi.