LIBRO S E T T I M O. 375 c aCafale; il refto a Mantova appretto di fe riteneva. Per tanto non poteva il Cordova incaminarfi all’ imprefa del Monferrato , fe non con deboli forze , quando non 1’havelfero invigorito quelle de’Genovefi, i quali, dopo ili pu lata , a con-tcmplation de’ Miniitri Spagnuoli , una tregua di cinque me-fi col Duca di Savoja, non potendo ancora fcuoteril dalla dipendenza di quella Corona, nè rinuntiare alla memoria de’ benefitii recenti, ancorché teneilero giufto timore della guerra vicina, inviarono al Governatore di Milano un buon corpo delle loro militie , che, penetrate nell’Aleffandrino , alzarono fubito le bandiere di Spagna . Per facilitarli l’imprefa egli fece precoriere Editti, fparlì d’atroci minaccie, contra chi refiftefle , e di larghe promeife a quelli, che , fenza attender la forza , fi volellcro rendere. Dall’ altro canto dubbio-fo, che l’armi fpedite a’ confini de’ Venetiani valeffero più ad irritarli, che a contenerli, efpedì al Senato, per allettarlo, fin tanto che Cafale fi confeguiife, Paolo Rhò, ch’efpofe, L intentìone del T{è ejfere jolamente dì prendere il poffefso di quegli Stati, devòluti al giudìtìo dì CeJ'are, e per nome dì luì cu fio da li fin attanto, che, conosciute le ragioni de' pretendenti , al legìttimo Signore fi potefsero rendere. Tutto aicri-veva alla bontà del Rè ftefìo, & alla prudenza de’ iuoi Mi-niltri in Italia, che, prevedendo turbolenze imminenti, interponevano con zelo T autorità , per divertirne i rumori . Lafciava però da largo giro di parole comprendere, il folo fofpetto, che i Francefi fotto nome del Nivers a’ confini del Milanefe s’annidaifero, ha vere fpinto il Governatore alle pre-ventioni, e all’attacco. Dal Senato, che conofceva i fini, fu gravemente rifpofto, Il d/fpiacere della T{epubiica non poter punto celar fi, filando per ificonvolgerfi la tranquillità del-r Italia, la quale, [opra ogn altro affetto efsend.gli a cuore, non poteva, che infervorarli ne de fiderii, Ò1 infijvere nelle ri-mofìran^e di Tace, In quefla credere, che del me de fimo confifiefse la gloria, la felicità de fuoi Stati, la moderatane de gli flefft Mìniftri. Ma trà le moife, e le furie dell’ armi, ipinte dal Governatore in Campagna , giungevano inutili le ragioni, e gli offitii, Per ciò verfavano i Venetiani in ardui Configli 5 e per confultarfi la materia, congregato il Settato, A a 4 Si- 1618 (otrrrfo il Cordova dulie for^t di G*"cva . cbifcfpen--de con Sa-vcja te Armi• faccendofi quegli flra-da con minaccie , e prome/fe. e procurando di trattener la Pjpubìica . con lufin-gbi. ve flit e di Zelo . /caricando fopr a 7 Nivers H fofpetto di poterfi P Italia inori* dare da’ Francefi. non riporta dalla Mede/ima che inftan-\e di Pace. turbata dall’ Armi già mojfe.