1632 fucudi a Niccolò Contar ini. toccale le di lui veci di General* a Luigi Giorgio . [urgenio nuovi dif-jufii co! Pontefici . thè morto il Duca d’ Urbino : con pacifichi Armi s* iwpadroni-fa di quell» Stati. ondi éferta-to ad inve-fiire i fuoi di quel Feudo . ifaminan-dene gli efi-ti . fi cimenta ole di conferire al Nipote la Prefettura di ¡(orna. per la quale fi dtfgu-fiano i Principi. volendo quegli pre-leder gli A>nbafcia-dori . 492 DELL’ HISTORIA VENETA fco Erizzo ,aiTunto Doge, dopo la morte dì Niccolò Conta, rini, con grand’ applaufo , per haver’ in lungo corfo d’ anni diretta la Patria col configlio, e difefala unitamente coll’ ar. mi. E perche {otteneva il Generalato di Terra fermagli fù creato in quella carica, per fucceiTore , Luigi Giorgio , all’ hora Proveditore nel Campo. Ma ,• cffendo gli Stati, come il Mare, dove Tempre fi fluttua, fé non fi fcorre borafca ; infurfero in quello tempo col Pontefice varii difpareri, e dii-gufti, che fé ben non afflilfèro coll’ armi 1’ Italia , diftraffc-ro tuttavia gli animi col negotio. Haveva Urbano , dopodc-fonto Francefco Maria della Rovere, ultimo Duca d’ Urbino, riunito alla Chiefa quel nobiliffimo Feudo. E perche, anco vivente il Duca, che in età decrepita fi trovava, egli in quel- lo Stato teneva un Prelato,.che affifteva a gli affari, hebbe dopo la di lui morte così poca pena d’impoifeifarfene, che, entratovi con Militie Taddeo Barberino , Principe di Pale-ftrina, a pigliarne quietamente il pofleifo, parve, che fi con-tinuaffe più torto 1’ antico dominio , eh’ altro nuovo fe n’ introducale . Stava di già colpretefto delle commotioni d’Italia il Pontefice armato , attendendo quert’ accidente, affinché , fe in tanta confufione di cofe alcuno tentaffe {turbarlo, porcile fortenere le fue ragioni con valida forza. Ma i Principi gli eshibirono anzi a gara 1’ armi r e l’eshortarono ad invertirne i Nipoti j alcuni credendo obligarlo , altri collo fmem-brarc quello Stato , amando r che la Chiefa non tanto cre-fcefle di temporale Dominio. Il Pontefice, rifpettando le Bolle fevcre de’Predeceflori, & apprendendo di lafciar’ alla Caia più, che un quieto dominio, un patrimonio d’agitationi, e travagli, mortrò di rtimare i fuoi Congiunti, più degni del Principato col ricuiarlo, che col ritenerlo. Solo conferì per fpoglie di sì nobile acquifto al Nipote Taddeo la Prefettura di Roma, dalla Famiglia della Rovere lungo tempo goduta. Ritiene quefta Dignità certa antica T e veneranda memoria del Prefetto del Pretorio, a’ tempi de’ Cefari così ftimato, & autorevole ,* ancorché hora non ne le refti, che l’abito, e il nome. Di quà proruppe grave difgufto co’Principi5 perche, pretendendo il Prefetto la Precedenza da gli Ambafciatori , che nelle più confpicue funtiorù affiftono al Solio del Sommo